Ott 11, 2022 | Eventi e Notizie, Giornate Mondiali della Salute
Nata come estensione dell’Obesity Day, la giornata nazionale per la lotta contro l’obesità è l’evento tutto italiano per responsabilizzare il pubblico ad uno stile di vita più sano.
Dal 2015 è stata istituita la Giornata Mondiale contro l’obesità che, come la giornata contro il diabete, ha allo scopo di sensibilizzare su un problema che colpisce ogni anno centinaia di milioni di persone e ne ferisce a decine di milioni, talvolta con risvolti gravi o, persino, con la morte. Nell’Italia che vanta una, se non LA dieta più completa, salutare e bilanciata al mondo, tale evento è stato replicato il 10 ottobre di quest’anno come la Giornata nazionale per la lotta contro l’obesità.
Per l’occasione, medici e nutrizionisti si sono dati appuntamento in diverse città italiane allo scopo di coinvolgere il pubblico nella delicata questione del pericolo legato al sovrappeso e, in particolare, all’obesità. Vogliamo premurarci di ricordare che sovrappeso e obesità non sono sinonimi come a volte erroneamente si crede, ma indicano un diverso grado di eccesso di peso e, pertanto, non vanno né visti, né trattati allo stesso modo.
La situazione, non tra le peggiori, ma nemmeno la migliore
Nel Bel Paese, la questione alimentare è abbastanza sentita, anche dalle fasce d’età più avanzate, talvolta persino dalle arzille nonnine che guardandoti con pietà non possono fare a meno di dirti che stai “sciupato”.
Secondo le stime fornite dall’Istituto Superiore di Sanità e ribattute proprio in occasione della Giornata nazionale per la lotta contro l’obesità, più di un terzo della popolazione adulta è in sovrappeso, il 35,3% con l’esattezza, mentre il 9,8% risulta obesa, vale a dire circa 6 milioni di italiani e il numero, purtroppo, sembra destinato ad aumentare.
A preoccupare maggiormente sono, naturalmente, le conseguenze dell’obesità. Essa è infatti responsabile di gravi patologie come cardiopatie, diabete, malattie del fegato (dette epatiche) e anche diverse tipologie di tumore. Il cuore, in particolare, come già ribadito, è uno degli organi più esposti, nonché uno tra i più sensibili da trattare. Il cuore, in particolare, come già ribadito, è uno degli organi più esposti a questo tipo di patologie, nonché uno dei più sensibili da trattare.
L’obesità è una malattia curabile
La prevenzione rimane ancora la principale alleata, ma è anche vero che non sempre è sufficientemente radicata da essere messa in atto. Pertanto, è giusto ribadirlo: l’obesità si cura a differenza di tante altre patologie che, purtroppo, non lo sono. La cura miracolosa ce l’hanno tutti. Non si compra, né si estrae, ma la si trova banalmente nelle più semplici azioni quotidiane. La coppia perfetta rimane ancora l’alimentazione corretta e uno stile di vita attivo, uniti dai collanti dell’educazione e della presa di coscienza, ciò che più di ogni altro impulso ci spinge all’iniziativa, a fare quel passo che è tanto importante per noi anche se ancora non ce ne rendiamo conto.
Set 29, 2022 | Eventi e Notizie, Giornate Mondiali della Salute
Il 29 settembre ricorre la Giornata Mondiale del Cuore promossa allo scopo di sensibilizzare sulla prevenzione delle malattie cardio-cerebro vascolari e promuovere le sane abitudini.
“Use heart for every heart”, “usa il cuore per ogni cuore”. È lo slogan che inaugura la nuova edizione della Giornata Mondiale del Cuore. L’obiettivo di quest’anno è tenere viva l’attenzione del grande pubblico non solo sulla tematica sempreverde della prevenzione, ma anche di contestualizzarla al nostro presente. Nel particolare, è stata posta una grande enfasi sul rapporto che lega la salute cardiaca alla salvaguardia dell’ambiente, visto che l’inquinamento atmosferico è responsabile del 25% di tutte le morti per malattie cardiovascolari.
La nostra situazione
L’Italia, purtroppo, contribuisce ad alzare la media mondiale dei decessi, registrando un’incidenza del 35%, riconfermandosi per un altro anno come la prima causa in assoluto. In poche parole, più di un terzo delle morti non naturali del nostro Paese sono correlate a patologie cardiovascolari. Anche le motivazioni rimangono sempre le stesse: tabagismo, sedentarietà, alimentazione squilibrata, abuso di alcol, sovrappeso e obesità, duramente combattute dalla stessa comunità scientifica grazie ad ulteriori iniziative informative.
Prevenzione, di nuovo, ancora
Sì, d’accordo, sarà noioso e irritante sentirselo dire in continuazione dal governo, dalle organizzazioni sanitarie, dai medici di mezzo mondo, dagli eminenti scienziati, dagli occhialuti ricercatori, dai presentatori televisivi o dai vicini che l’hanno letto sui social. Prevenzione, prevenzione e ancora prevenzione, ma, chiediamoci: un motivo ci sarà, no?
Certo, e la risposta più immediata è che le malattie cardiovascolari rimangono ancora la prima causa di morte al mondo con oltre 18 milioni di vittime ogni anno, il doppio rispetto al cancro e, dunque, un pericolo da non sottovalutare mai. Come già detto, sovrappeso e obesità incidono non poco su queste tristi percentuali, ed è qui che la Giornata Mondiale del Cuore trova il suo scopo, ovvero mostrare (e dimostrare) che con la correzione delle proprie abitudini, alimentari tra le altre, è possibile ridurre notevolmente i rischi legati ad uno stile di vita malsano.
Le indicazioni a chiare lettere
La brochure informativa rilasciata dall’Alleanza Italiana per le Malattia Cardio-Cerebrovascolari e pubblicata dal Ministero della Salute per la Giornata Mondiale del Cuore 2022 ci mostra chiaramente quanto l’alimentazione in primis, se usata come saldo pilastro delle nostre buone abitudini, possa migliorare nettamente il nostro stile vita, incidendo tanto sulla salute fisica quanto mentale.
Ago 28, 2022 | La guida per perdere peso, Problemi di peso
Nonostante negli ultimi anni abbia guadagnato una sempre maggior visibilità, il problema dell’obesità continua ad essere pesantemente sottostimato a causa di un’innaturale indifferenza.
Provate per un momento ad immaginare la grande città di Roma, l’eterna capitale con i suoi secoli di storia e la sua vivace popolazione. Allo stesso modo, focalizzatevi sull’assurda possibilità che tutti i suoi abitanti periscano l’uno dopo l’altro nel giro di un solo anno, lasciandola deserta e silenziosa. È una visione macabra, ma è esattamente questa la proporzione dei casi di morte legati al problema dell’obesità.
Tre milioni, per razionalizzare con le stime dell’OMS, sei volte i decessi legati al fumo di sigaretta, nonché la quinta principale causa di morte su scala globale, maggiore persino del tasso delle malattie respiratorie.
La realtà è un po’ più complicata
Il dato più allarmante, però, è legato a quanti siano i soggetti realmente a rischio, ovvero circa due miliardi di persone, poco più di un quarto dell’intera popolazione mondiale, 650 milioni dei quali esposti al pericolo di sviluppare patologie o disturbi seri nel medio termine. Può sembrare una cifra al limite dei più raffinati complottismi, ma è sufficiente pensare che la combinazione tra globalizzazione, distribuzione di cibo a basso costo e mancanza di norme alimentari stringenti hanno favorito l’insorgenza del problema dell’obesità persino in quei Paesi ritenuti poveri per antonomasia, quali India, Vietnam e Bangladesh.
Nonostante ciò, obesità e sovrappeso continuano ad essere percepiti dalle masse come problemi trascurabili, vuoi per mal informazione, per mancanza di sensibilità o perché si diluiscono bene nel tempo come un cucchiaino di zucchero in una tazzina di caffè. Pensate a un terremoto. Può provocare centinaia di vittime in una manciata di secondi, creando scompiglio, sorpresa e talvolta indignazione, ma, numeri alla mano, le cifre appaiono risicate se confrontate alle milioni causate dal cancro ogni anno. Una vita è pur sempre una vita, ben inteso, ma parliamo comunque di cifre enormemente superiori. Cifre che però sembrano non essere nemmeno prese in considerazione quando c’è da allarmarsi per davvero.
Il problema è intrinseco al concetto
Per quanto banale possa sembrare, vi è una mancanza alla base del concetto stesso, vale a dire la presa di coscienza, perché il primo passo per risolvere un problema è ammettere che esiste. Che esiste nel mondo, che esiste là fuori e che può colpire chiunque, anche noi che nella prospettiva di qualcun altro siamo proprio quel mondo a cui siamo tanto insensibili e che continua a peggiore per l’indifferenza verso noi stessi, nonostante le soluzioni siano più semplici di quanto non appaiano.
L’invito è chiedersi se vale la pena trattarsi così, ridursi a tanto nel disperato tentativo di riempire una lacuna che non potrà mai essere colmata con il solo cibo, pur sapendo che simili abitudini possono portarci a rischiare molto più del nostro apparire.
Lug 20, 2022 | Dimagrimento con Palloncino, Esperienze e Recensioni, Palloncino Gastrico Allurion, Stili di vita e abitudini
Maythe ci racconta la sua esperienza di rieducazione alimentare, mostrandoci i risultati che ha raggiunto con il programma allurion ad un passo dalla fine.
Con poche semplici parole, l’imprenditrice Maythe Henriquez ci offre uno scorcio apparentemente superficiale della propria vita prima di iniziare il suo percorso di profondo cambiamento grazie al programma Allurion.
“Quando ti devi vestire, che non ti sta niente o che niente ti piace, io piangevo.”
Partiamo dal principio.
Dopo essere diventata mamma, comincia ad accumulare peso fino a raggiungere i 74 chili. Un peso che può apparire normale, ma che per una donna alta 1.59 rappresenta un primo, evidente campanello d’allarme per la propria salute.
“Pensavo di poter mangiare poco e invece NON mangiavo poco. Avevo bisogno di qualcosa che mi facesse dimagrire tanto perché non è che non ho forza di volontà … “
Come darle torto? Una donna matura come lei che affronta ogni giorno le avversità di fare impresa in questo Paese e trova anche la forza di mettere al mondo un figlio, tutto può essere fuorché senza forza di volontà.
Nonostante i mille impegni e le altrettante preoccupazioni, la neomamma si rimbocca le maniche e decide di seguire dei rigidissimi programmi.
“Sono andata per un mese in palestra, alle 6 del mattino, per due ore, tutti i giorni; ho fatto dieta e ho perso soltanto un chilo e mezzo. E ho detto NO! C’è qualcosa che non va.”
Senza perdersi d’animo, Maythe si confida con suo marito per trovare una soluzione che non coinvolgesse la chirurgia. Con quel perfetto gioco di squadra che li contraddistingue tanto in amore quanto nel lavoro, riescono infine a trovarla.
“Mio marito mi affianca molto è mi ha detto ‘se sei convinta, fallo!’ e così ho fatto.”
È in momenti come questi che una persona trova la forza per iniziare un percorso così radicale, quando coloro che ama la incitano, la spronano, la sostengono nelle sue scelte di vita, soprattutto quelle importanti, quelle che la vita te la svoltano, letteralmente.
Ed ecco che dopo soli tre mesi e mezzo, a percorso quasi concluso, la ritroviamo rinvigorita, carica di autostima e con un bel progetto per l’immediato futuro.
“Voglio avere un altro bambino entro l’anno prossimo. Sono una mamma molto esigente che ha programmato la propria vita”.
Ci tiene molto a portare all’attenzione il punto per cui il programma Allurion le è stato indispensabile non solo per raggiungere il suo peso attuale di 60 chili, ma, ancor di più, per continuare a sentirsi donna.
“È una questione di percezione. Non è un modo sbagliato di essere, ma è un modo che io non voglio. Adesso devo rimanere incinta e ho questa opportunità. Mal che vada, si tratta di qualche chilo in più, non troppo, e ormai sto mangiando meno, sto facendo esercizio.”
Il punto fondamentale è che il programma Allurion è prima di tutto un percorso di rieducazione alimentare. È una strada da seguire che si avvale di professionisti e di strumenti come il palloncino gastrico saziante per raggiungere uno scopo. Nulla impedisce di riprendere peso, ma certamente risulta più difficile farlo perché, diciamocelo: quando siamo davanti allo specchio e ci vediamo nel corpo che abbiamo sempre desiderato, perché mai dovremmo anche solo pensare di ritornare indietro? E proprio quella paura non ci spinge forse a prestare maggiore attenzione a ciò che facciamo e a come vogliamo essere?
È quasi ironico scoprire poi che quello che un tempo sopportavamo come un sacrificio si trasforma in breve tempo nella nostra quotidianità perché ci fa stare meglio e quando il progresso è palpabile, percettibile da chiunque, noi per primi, risulta quasi impossibile tornare sui propri pesanti passi.
“La dottoressa che mi seguiva mi ha insegnato come mangiare. Ha migliorato il mio modo di mangiare. Voi mi scrivevate sempre, sempre, ed è lì che ho capito che non era solo uno sponsor. Non erano promesse campate per aria.”
Se desideri approfondire, puoi guardare l’intervista integrale a Maythe sul nostro canale Youtube.