Mar 28, 2023 | Introduzione al trattamento, Palloncino Gastrico Allurion, Procedura e Applicazione
Il palloncino dimagrante deve il suo successo alla peculiarità di essere un dispositivo medico non invasivo, frutto di un lungo e oculato lavoro da parte dei ricercatori.
“Si posiziona nello stomaco del paziente in 20 minuti, si gonfia e gli dona un forte senso di sazietà che lo aiuta a dimagrire in maniera naturale, senza medicine.” Questa sarebbe una delle risposte più coincise alla domanda iniziale:
In realtà, è nei retroscena che si trova il vero valore del palloncino intragastrico perché, diciamocelo, non è semplice da capire. Questo, dunque, è il motivo per il quale è necessario sviscerare i dettagli per comprenderne le potenzialità.
Per cominciare, è sufficiente mettersi in contatto con uno dei nostri specialist che passerà ad illustrare le condizioni necessarie per essere candidabile, vale a dire:
- Avere un BMI pari o superiore al 27
- Un’età compresa tra i 16 e 65 anni
- Non abusare di alcol e caffeina
- Non essersi mai sottoposti ad interventi chirurgici all’addome
- Non essere incita o in allattamento
Appurata la candidabilità, è possibile organizzare il primo incontro con il medico per passare allo step successivo.
Controlli medici
Alla prima visita, il medico incaricato accerterà nuovamente la candidabilità del soggetto, in quanto è possibile che il paziente abbia patologie o disturbi che potrebbero compromettere la riuscita del posizionamento. In parole povere, è indispensabile il parere di un medico per proseguire. Una volta ricevuto l’ok, si passa a prenotare la seduta per il posizionamento, solitamente entro 2-3 settimane dal controllo medico preliminare.
Il posizionamento
Il giorno del posizionamento, il paziente non deve fare altro che raggiungere la clinica designata e sottoporsi ad una seduta ambulatoria di circa 20 minuti, senza chirurgia, senza anestesia e senza endoscopia. Durante questo breve lasso di tempo, al paziente sarà chiesto solo di deglutire la capsula vegetale di pochi centimetri che contiene il palloncino sgonfio in poliuretano, materiale già largamente utilizzato in ambito medico-chirurgico. Una volta nello stomaco, il medico effettua un primo controllo per appurare che il palloncino intragastrico sia ben posizionato e, se lo è, procede a riempirlo con 550 cc di soluzione fisiologica (acqua con una minima quantità di sale). Infine, il medico controlla nuovamente la posizione del palloncino prima di lasciare andare il paziente.
Dopo il posizionamento
Essendo il palloncino un corpo estraneo, è necessario attendere un paio di giorni prima che si assesti e che il corpo si adatti. Durante questo periodo, il nutrizionista che segue il paziente gli somministrerà una dieta cosiddetta liquida e poi semi-solida, ossia basata su cibi – per l’appunto – liquidi o comunque densi, ma non completamente solidi. In caso, può essere necessario anche una cura farmacologica per bloccare i fastidi dell’assestamento del palloncino nello stomaco, niente di più di semplici medicinali da banco da prendere per non più di tre giorni. Passata la prima breve fase (che solitamente non eccede la settimana), al paziente rimarrà solo il forte senso di sazietà garantito dal palloncino. Così facendo, ingurgiterà meno cibo e dimagrirà col tempo senza dover fare rinunce come viaggi e vacanze, ma solo piccole accortezze con il cibo.
Inizio e conclusione del programma
Il palloncino rimarrà nello stomaco del paziente per 4 mesi circa (giorno più, giorno meno è indifferente), durante i quali sarà inconsapevole della presenza del palloncino in quanto, come già detto, non è invasivo, oltre che essere costantemente monitorato per seguire in tempo reale i suoi progressi. Sullo scadere dei 4 mesi, la valvola del palloncino rilascia lentamente il contenuto del dispositivo che, ricordiamo, si tratta di semplice acqua che non ha il minimo impatto sul corpo. Il programma Allurion prosegue nei due mesi successivi per rieducare all’alimentazione il paziente in modo che possa proseguire serenamente dopo i 6 mesi totali del programma senza però rimettere peso.
Gen 26, 2023 | Domande Frequenti (Faq), Introduzione al trattamento, Palloncino Gastrico Allurion
Il prezzo del palloncino gastrico Elipse di Allurion e del relativo programma è determinato da una moltitudine di fattori che incidono non poco sul costo finale.
Quando un paziente legge del prezzo del palloncino gastrico Elipse, è inevitabile che si chieda il perché sia così costoso. Certamente non si può parlare di un programma economico, così come non lo si può considerare solo come uno strumento da vendere ad prezzo esorbitante al pari di un comune attrezzo da lavoro. Per meglio comprendere i motivi dietro il costo, è necessario mettere in chiaro e sottolineare una serie di dettagli essenziali.
1 – Il palloncino gastrico Elipse non è un prodotto, ma un programma
Quando si acquista un paio di scarpe, si entra in negozio, si sceglie con attenzione e infine si paga alla cassa. Si è responsabili del prodotto appena acquistato e i rapporti con il venditore si limitano ad una restituzione, sostituzione o rimborso. Nonostante sia “venduto” così, il Palloncino Gastrico Elipse non è affatto un prodotto, ma un programma completo di rieducazione alimentare. Trattandosi di un percorso completo che ha come scopo il dimagrimento, comprende non solo il prodotto, ma anche un sostegno su tutta la linea tanto da parte dei medici quanto di Medita Medical.
2 – C’è un team di esperti a seguire il paziente
Chi sceglie di sottoporsi al programma di Allurion, deve essere consapevole che il suo prezzo è giustificato dalla presenza di un intero di team di persone che seguono il paziente. La prima persona con cui si entra in contatto è uno di specialist, un tutor particolarmente preparato con le competenze per guidare il paziente dalla prima telefonata fino alla fine del percorso di sei mesi. Segue, naturalmente, la figura del medico, indispensabile al prosieguo del trattamento. Parliamo di specialisti con esperienza spesso decennale che hanno guadagnato la certificazione dalla stessa Allurion per poter praticare il posizionamento del dispositivo. Subito dopo, si aggrega al team il medico dietologo o nutrizionista che offre percorsi alimentari personalizzati per tutta la durata del programma.
3 – E’ un prodotto innovativo
Il termine “innovativo” è fin troppo inflazionato, usato per lo più a scopo di marketing per attirare nuovi clienti. Un prodotto davvero innovativo presenta solitamente un costo maggiore per una semplice ragione: la ricerca. Facciamo un esempio. Quando si acquista un’automobile di uso comune si ottengono piccole prestazioni per un piccolo costo. Inversamente, acquistare un bolide sportivo ha un costo superiore che non deriva solo dalle materie prime, ma anche – e soprattutto – dal tempo, dalle energie e dall’impegno degli esperti che l’hanno brevettato. Quindi, riprendendo l’esempio precedente, non si paga solo il bolide, ma tutto il lavoro che è stato necessario per creare quel bolide, lavoro che gli permette di essere tanto performante.
4 – E’ certificato e garantito
Trattandosi di un dispositivo medico, il palloncino gastrico saziante è stato commercializzato solo a fronte di stringenti controlli qualitativi. Questi ultimi impongono rigidissimi standard per brevettare e vendere dispositivi medici, ad esempio, la scelta del poliuretano per creare il palloncino, il rivestimento naturale della capsula esterna e la valvola interna che si deteriora lentamente nello stomaco. In generale, i dispositivi medici sono costosi perché realizzati sotto stretta osservazioni e solo con materie prime selezionate perché non provocano infezioni, allergie, irritazioni o stati simili. Allurion non è da meno, avendo dovuto ottenere la certificazione ISO per poter commercializzare il suo palloncino intragastrico.
Nov 14, 2022 | Eventi e Notizie, Giornate Mondiali della Salute
Il 14 novembre ricorre la giornata mondiale del diabete, istituita per sensibilizzare tanto il pubblico quanto i governi verso quella che l’OMS definisce “una priorità per il sistema sanitario globale”.
La celebrazione della giornata mondiale del diabete ricade in concomitanza con la data di nascita di Sir Frederick Grant Banting, fisiologo ed endocrinologo canadese che, assieme a John James Rickard Macleod, si rese protagonista della scoperta dell’ormone dell’insulina. Già dal 1922 le sue ricerche hanno permesso di trattare una condizione fino a quel momento ben poco compresa, vale a dire il diabete.
Il tema di quest’anno proposto dall’IDF (International Diabetes Federation), come per qualsiasi altra conferenza sull’alimentazione, è l’accesso alle cure per tutti, in quanto milioni di persone nel mondo ancora non riescono a ottenere le terapie disponibili.
Cos’è il diabete?
Comunemente il diabete è identificato come una malattia cronica caratterizzata da elevati livelli di glucosio nel sangue. Tale definizione è impropria, ma non sbagliata in senso assoluto. In generale, il diabete è una condizione metabolica provocata da patologie caratterizzate per la quasi totalità da iperglicemia, ma può comprendere anche il cosiddetto DIN o diabete insipido che non presenta alterazioni di concentrazione di glucosio. I casi riscontrati risultato però essere così radi che nell’immaginario collettivo si fa riferimento esclusivamente al diabete mellito, il più comune.
Per l’OMS è una priorità
Ad oggi sono circa 530 milioni le persone che soffrono di diabete con un incremento previsto a 630 milioni entro il 2030. In Europa se ne contano circa 60 milioni in età adulta, l’equivalente dell’intera popolazione italiana per rendere le proporzioni. Secondo l’Istat, invece, in Italia sono stati diagnosticati più di 3.6 milioni di casi, pari al 6% della popolazione, con una prevalenza di circa il 95% di diabete di tipo 2.
I rischi associati al diabete sono molteplici ed interessano una grande varietà di apparati. Basti pensare che può provocare lesioni ai vasi oculari, con l’insorgenza di fenomeni di cataratta o cecità, o ai più comuni danni nervosi che possono intaccare le funzionalità dei muscoli, casi che hanno portato persino ad amputazione degli arti. Ciò è provocato dalle complicazioni legate alla vascolarizzazione dei tessuti. In pratica, ciò che mantiene in vita un tessuto del nostro corpo sono le sostanze nutritive portate dal sangue che, come sappiamo, circola attraverso l’apparato vascolare. Se questo è compromesso, lo saranno anche i nutrienti necessari ai tessuti per sopravvivere.
Oltre alle complicazioni sopracitate, permangono quelle correlate agli organi connessi alla metabolizzazione dei nutrienti, quali fegato e pancreas, o alle funzionalità escretorie come nel caso dei reni.
La prevenzione rimane la migliore cura
I medici promotori della giornata mondiale del diabete e degli eventi incentrati sull’obesità hanno ribattuto la primaria importanza di uno stile di vita sano per combattere l’insorgenza del diabete, che rimane ancora oggi la forma di prevenzione più efficace sia nel breve che nel lungo termine. In particolare, insistono sulla necessità di migliorare le proprie abitudini alimentari che, se associate all’esercizio fisico, riuscirebbero a ridurre il tasso di diabete fino all’80%.
Le raccomandazioni rimangono sempre le solite, ripetute fino allo svenimento: evitare cibi e bevande ricchi di zuccheri o grassi saturi (quali burro, margarina, carni e formaggi grassi), prediligere frutta e verdura, soprattutto se di stagione, e cercare di consumare più carni bianche e pesce piuttosto che carni rosse e lavorate. Ancora una volta, possiamo constatare come siano sufficienti delle piccole accortezze alle nostre abitudini quotidiane a poter migliorare o invertire le nostre condizioni di salute.
Ott 16, 2022 | Eventi e Notizie, Giornate Mondiali della Salute
Celebrata dalla fine della Grande Guerra, la giornata mondiale dell’alimentazione è la principale ricorrenza globale a mantenere viva l’attenzione sul tema della nutrizione, sia come benessere individuale che come principale necessità per il mondo intero.
Il 16 ottobre del 1945, a poco più di un mese dalla fine della Grande Guerra, a Quebéc fu fondata l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO, Food and Agriculture Organization) allo scopo di contribuire ad accrescere i livelli di nutrizione, aumentare la produttività agricola mondiale e migliorare la vita delle popolazioni rurali. Tale ricorrenza sarà celebrata in tutto il mondo fino ai giorni nostri con la Giornata mondiale dell’alimentazione.
Il tema della Giornata di quest’anno
Il nono segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres inaugura il tema del 2022 con poche, semplici parole:
“Una produzione migliore, una nutrizione migliore, un ambiente migliore, e una vita migliore.”
In particolare, si è entrati nel (de)merito delle problematiche legate all’alimentazione come, ad esempio, lo sconvolgente numero di tre miliardi di persone che non possono permettersi una dieta sana, l’insensibilità verso il problema dell’obesità o che negli ultimi tre anni il numero di coloro che sono afflitti dalla fame è raddoppiato, anche a causa degli ultimi eventi, pandemia e guerra per primi.
Per meglio comprendere quanto sia ampio il discorso promosso dalla FAO, basti pensare ai temi trattati in passato, tra i quali:
- 1984 – Le donne nell’agricoltura
- 1989 – Alimentazione ed ambiente
- 1993 – Le diversità della natura: un patrimonio prezioso
- 2005 – Agricoltura e dialogo fra culture
- 2011 – Prezzi degli alimenti, dalla crisi alla stabilità
Si potrebbe continuare parlando del diritto all’alimentazione, degli investimenti agricoli per incrementare la sicurezza alimentare o della primaria importanza dell’acqua e dell’agricoltura sostenibile.
L’Italia tra i promotori
Nel nostro Paese, per sensibilizzare anche le generazioni più giovani, quest’anno il Ministero dell’Istruzione ha promosso un’iniziativa editoriale appositamente per la giornata mondiale dell’alimentazione dal titolo La Nutrizione giocando – Principi di base per una corretta alimentazione dedicata sia agli educatori che ai loro studenti. L’iniziativa ha lo scopo di insegnare non solo l’importanza della nutrizione nel mondo, ma, soprattutto, il benessere che deriva da una corretta alimentazione: dalla definizione dei macronutrienti, alla lettura delle etichette, passando dallo spreco alimentare fino al costo di una buona dieta.
Soffermandoci sugli ultimi due argomenti, soprattutto in questo periodo di forte rialzo dei prezzi, possiamo arrivare a comprendere la correlazione tra una dieta più sana e lo spreco alimentare. Banalmente, ciò che sprechiamo è ciò che abbiamo pagato, dunque, si tratta di fondi in meno da destinare a quegli alimenti più costosi, ma spesso anche più sani. Certo, non mancano le alternative, ma la variazione è ciò che da più sapore in tavola e più salute al corpo.
Pensa al pesce fresco o alle verdure che non sono di stagione, ma a cui non vogliamo rinunciare, vuoi per gusto o per abitudine. Quindi, per evitare i nostri ben 67 kg annui di spreco alimentare a persona, basterebbero delle piccole accortezze, come comprare solo ciò di cui abbiamo bisogno, redigere la lista della spesa prima di recarsi a farla o anche imparare a leggere i valori sulle etichette per valutare il potenziale nutrizionale in confronto al costo del prodotto.